La Trasfigurazione Di Horus – Un Nuova Alpha

Trasfigurazione Di Horus- Un Nuovo Alpha

 

Dopo che Osiride salì al cielo, Iside cominciò a piangere. La vigilia dell’undicesimo giorno del mese di Baoo-neh (18 giugno) è chiamata “Leylet en-Nuktah” (o la notte della lacrima), in quanto commemora la prima lacrima che cade nel Nilo, per iniziare la stagione annuale della sua inondazione.

Cinquanta giorni dopo la prima lacrima di Iside (il 17 giugno), cioè il 6 agosto, gli antichi Egizi celebravano la riapparizione di Osiride sotto forma di Horus risorto. Plutarco lo confermava nel V Volume dei Moralia (372, 52B):

Nei inni sacri di Osiride viene invocato colui che sta nascosto nelle braccia del Sole; e il trenta del mese di Epifisi [6 agosto] si festeggia la nascita degli Occhi di Horus: in questo giorno, infatti, anche la Luna e il Sole si trovano sulla stessa retta, e per gli egiziani non solo il Sole, ma anche la Luna sono l’occhio e la luce di Horus.

Il concetto è identico alla successiva affermazione cristiana della trasfigurazione di Gesù, celebrata dalla Chiesa ortodossa il 6 agosto. Questa festa commemora la “rivelazione della divinità di Gesù a Pietro, Giacomo e Giovanni”.

Questa tradizione dell’Antico Egitto continua, camuffata nel Mouled di El-Desouki, nella città di Disuq, sulla riva orientale del ramo occidentale del Nilo. El-Desouki è amorevolmente nota come Abu-el-e-nane (dei due occhi), proprio come Horus l’anziano dei due occhi.

Questa festa egiziana annuale è nota per ospitare le migliori pratiche magiche (divinatorie) d’Egitto, e corrisponde alla successiva celebrazione cristiana, il cui tema principale è la “rivelazione della divinità (Gesù)”.

 

[Un estratto dalle Le radici del cristianesimo nell’Antico Egitto di Moustafa gadalla]

https://egyptianwisdomcenter.org/product/le-radici-del-cristianesimo-nellantico-egitto/

https://egyptianwisdomcenter.org/product/le-radici-del-cristianesimo-nellantico-egitto/