Il Calendario Egiziano Perfetto

Il Calendario Egiziano Perfetto

 

Ora rivolgeremo la nostra attenzione a trovare la durata dell’antichità egizia esaminando il calendario dell’Antico Egitto.

Le avanzate conoscenze astronomiche degli Egizi, che si riflettono nel loro precisissimo calendario, furono riconosciute da Strabone (64 p.e.v.-25 e.v.), che scrisse:

Essi (i sacerdoti Egizi) rivelarono i segreti dell’anno intero ai greci che li ignoravano insieme a molte altre cose…

Il calendario egizio, ingegnoso e molto preciso, si basava sull’osservazione e lo studio dei movimenti nel cielo di Sirio. Per questo motivo, il calendario dell’Antico Egitto è chiamato calendario sotiaco, ovvero in relazione con Sirio, la Stella del Cane.

Gli antichi Egizi sapevano che l’anno era composto da poco più di 365 giorni e ¼. La Terra impiega 365,25636 giorni per completare una rivoluzione attorno al Sole.

Va sottolineato che gli egittologi moderni riuscirono a ricostruire la cronologia di 3.000 anni di storia dell’Antico Egitto solo grazie alla precisione del calendario sotiaco degli antichi Egizi, che seguiva la levata eliaca di Sirio, la Stella del Cane, che ha una durata annuale di 365,25636 giorni. Inoltre, è stato il calendario egizio a consentire agli studiosi di storia in tutto il mondo di stimare la data degli eventi in tutti gli altri Paesi – Paesi che non hanno mai avuto un calendario (esatto o meno).

Gli antichi Egizi, che erano estremamente pratici, utilizzavano un calendario di dodici mesi, ciascuno composto da trenta giorni. Gli adeguamenti necessari per fare un anno completo, vale a dire la differenza tra 365,25636 giorni e 360 (30 x 12), venivano effettuati in questo modo:

  1. La differenza di 5,25 giorni cade alla fine dell’anno egiziano, aggiungendo cinque giorni ogni anno e un ulteriore giorno ogni quattro. L’anno corrente dell’Antico Egitto inizia (nel 2007) l’11 settembre. I cinque/sei giorni aggiuntivi iniziano il 6 settembre.
  2. La differenza di 0,00636 giorni (365,25636 – 365 giorni e ¼) per ogni anno richiede l’aggiunta di un altro giorno ogni (1/0,00636) 157 anni e ¼, cosa che gli Egizi hanno continuato a fare fino ai nostri giorni. Questo si ottiene aggiungendo un giorno ogni 157, 314, 471 e 629 cicli annuali. I suddetti aggiustamenti da parte degli Egizi si possono chiaramente osservare nel corso degli ultimi duemila anni confrontando il calendario degli antichi Egizi con il calendario “romano” [come spiegato di seguito].

Dopo che Giulio Cesare visitò l’Egitto nel 48 p.e.v., egli si rivolse all’astronomo Sosigene di Alessandria al fine di introdurre un calendario nell’Impero Romano. Questo condusse all’elaborazione del calendario giuliano di 365 giorni all’anno, e di 366 giorni in quello bisestile. Il calendario romano (giuliano) fu confezionato letteralmente su misura per soddisfare un Re. Il primo giorno dell’anno era il giorno dell’incoronazione del re egizio dopo il giubileo annuale del ringiovanimento [per ulteriori informazioni si veda I mistici egizi: Cercatori della Via, dello stesso autore].

Tuttavia, il calendario giuliano non teneva conto del fatto che l’anno è un po’ più lungo di 365 giorni e ¼. La differenza tra 365,25 giorni e 365,25636, dalla data di adozione del calendario giuliano fino a oggi, è di tredici giorni. Tale differenza spiega la variazione di 13 giorni nelle osservanze annuali di numerose feste cristiane, tra chiese ortodosse e non ortodosse. Il motivo è che un gruppo seguì il preciso calendario egizio, mentre l’altro seguì l’impreciso calendario giuliano.

Quando venne adottato il calendario romano, nel 48 p.e.v., il Capodanno egizio cadeva il 29 agosto. Ora cade l’11 settembre: come spiegato precedentemente, la differenza è di tredici giorni.

Per trovare la data di inizio del calendario dell’Antico Egitto – secondo il (carente) calendario romano – dobbiamo spiegare la differenza di 0,00636 giorni (365,25636 – 365,25 giorni) per ogni anno tra il 29 agosto e il 21 giugno. Il 21 giugno è il giorno del solstizio d’estate, che segna l’inizio dell’antico calendario egizio, che a sua volta segna l’inizio del ciclo sotiaco – quando inizia il ciclo sotiaco egizio con la levata eliaca di Sirio all’orizzonte, insieme al sole, restando visibile per qualche istante fino a quando non si affievolisce con l’avanzare dell’alba.

Abbiamo innanzitutto trovato che la differenza tra il 29 agosto e il 21 giugno è di 69 giorni. Dividendo i 69 giorni per 0,00636, il risultato è 10.849 anni. Così, il 29 agosto dell’anno 48 p.e.v., secondo il calendario egizio era quantomeno il 10.897 p.e.v. (10.849 + 48).

Confrontiamo i nostri calcoli secondo il calendario sotiaco, ovvero 10.897, e quelli secondo lo zodiaco. Come affermato in precedenza, l’attuale ciclo zodiacale ebbe inizio nel 10.948 p.e.v. La differenza tra il 10.897 p.e.v. e l’inizio dell’Era del Leone [10.948 p.e.v.] è di 51 anni. In altre parole, nel 48 p.e.v., il calendario egizio era a 1/3 del ciclo di un periodo di 157 anni.

L’anno 10.948 p.e.v., che segna l’inizio dell’Era del Leone, è coerente con le dichiarazioni di tutti i primi scrittori greci e romani, come Platone, la cui raccolta dei Dialoghi indica che il canone di proporzioni dell’Antico Egitto – per le arti e l’architettura – non è cambiato nel corso dei 10.000 anni precedenti al periodo di Platone [428-347 p.e.v.]. Platone dichiarò:

Che le cose scritte e scolpite diecimila anni fa, non sono né meglio né peggio di quelle fatte oggi.

Dal momento dell’occupazione islamica/araba dell’Egitto [641 p.e.], il calendario dell’Antico Egitto divenne noto come calendario “copto”, anche se venne sviluppato migliaia di anni prima del cristianesimo. Gli egiziani moderni seguono ancora il calendario dell’Antico Egitto, per praticamente tutte le innumerevoli feste annuali, per l’agricoltura, il tempo meteorologico e altre questioni (con pochissime eccezioni). Esso è di gran lunga il calendario più pratico e preciso attualmente in uso nel mondo.

 

[Un estratto dall’Alla Scoperta Della Cultura Dell’antico Egitto, 2a edizione di Moustafa Gadalla]

https://egyptianwisdomcenter.org/product/alla-scoperta-della-cultura-dellantico-egitto/

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