Una Panoramica Del Patrimonio Musicale Egiziano

Una Panoramica Del Patrimonio Musicale Egiziano

 

Paese. I rilievi sulle pareti dei templi e delle tombe dell’Antico Egitto raffigurano numerosi tipi e forme di strumenti musicali, la tecnica con cui questi strumenti dovevano essere suonati e accordati, la musica d’insieme, e molto, molto altro.

Queste scene musicali mostrano visibilmente le mani del suonatore d’arpa che pizzicano alcune corde

e i suonatori degli strumenti a fiato che eseguono assieme alcuni accordi.

Le distanze dei tasti del liuto mostrano chiaramente che potevano misurare e calcolare gli intervalli e le scale corrispondenti.

Le posizioni delle mani degli arpisti sulle corde indicano chiaramente i rapporti, come la quarta, la quinta e l’ottava – rivelando una conoscenza indiscutibile delle leggi che regolano l’armonia della musica.

Anche la riproduzione degli strumenti musicali è raffigurata come se fosse controllata dai movimenti delle mani dei direttori d’orchestra, il che ci aiuta addirittura a identificare alcuni toni, gli intervalli e le funzioni del suono, come si vede sulla sinistra nell’immagine sottostante.

Gli intervalli di quarta, quinta e ottava erano i più comuni nelle rappresentazioni dell’Antico Egitto. Curt Sachs [nel suo libro Storia degli strumenti musicali] notò che su 17 arpisti rappresentati nelle opere d’arte egizie (con sufficiente realismo e chiarezza per considerarli dati affidabili), sette stanno toccando la quarta corda, cinque la quinta, e cinque l’ottava.

Le arpe più frequentemente rappresentate possiedono sette corde e, secondo lo studio degli strumenti egiziani di Curt Sachs, gli antichi Egizi accordavano le loro arpe nella stessa scala di intervalli diatonici.

Una delle due arpe raffigurate nella tomba di Ramses III [illustrata di seguito] ha 13 corde. Se la più lunga rappresentava il proslambanòmenos (o Re), le altre 12 fornivano anche più di tutti i toni, semitoni e quarti di tono dei generi diatonico, cromatico ed enarmonico, all’interno dell’estensione di un’ottava.

harp

Oltre alle numerose rappresentazioni di scene musicali raffigurate nei templi e nelle tombe di tutte le epoche nel corso della storia dinastica dell’Egitto, possiamo anche accedere a centinaia di strumenti musicali di vario tipo che sono stati recuperati dalle tombe. Questi strumenti egiziani oggi si trovano sparsi nei musei e nelle collezioni private di tutto il mondo.

La maggior parte di questi strumenti furono accuratamente avvolti uno per uno nella stoffa prima di essere collocati nelle tombe.

Tutti questi reperti, insieme con i primi scritti storici sul patrimonio musicale egizio, così come le tradizioni dei moderni abitanti del Nilo, avvalorano la descrizione più autentica della storia musicale dell’Antico Egitto.

 

Purtroppo, la gran parte di queste prove CHIARAMENTE EGIZIANE è stata distorta più e più volte nel corso della storia dal mondo accademico occidentale. In tema di Antico Egitto, praticamente tutti gli accademici occidentali provano disprezzo e invidia per questa grande civiltà. Il tipico accademico occidentale allo stesso tempo: 1) descriverà gli Egizi come persone molto conservatrici, che non cambiavano e non si evolvevano, che non avevano immaginazione ecc.; e 2) descriverà i progressi compiuti dal Paese come se fossero stati presi in prestito/rubati/copiati da popoli non Egizi. È insensato per chiunque avvalersi contemporaneamente di questi argomenti contraddittori.

Il fatto è che gli Egizi (antichi e Baladi) sono notevolmente tradizionalisti, fino all’eccesso, come attestato da TUTTI i primi storici, come Erodoto, che nel II Libro [79] delle Storie, afferma:

“Gli Egiziani si tengono agli usi aviti, e non importano alcuna novità”.

E sempre Erodoto nel II Libro delle Storie (91):

“Gli Egiziani rifuggono dall’adottare usi ellenici e, per dire tutto in breve, gli usi di qualsiasi popolo”.

 

[Un estratto dall’ Strumenti musicali egizi di Moustafa gadalla]

https://egyptianwisdomcenter.org/product/strumenti-musicali-egizi/

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